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Per cancellare un'ingiustizia, per una battaglia di civiltà

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“È passato quasi mezzo secolo da quando, centinaia di migliaia di persone furono costrette ad abbandonare l’Isola attraversata da una povertà estrema e da una terribile crisi sociale.


Una storia lunga e sofferta quella dell’emigrazione sarda, oltre 400.00 uomini e donne partiti tra il 1955 e il 1971; tra loro anche i miei genitori, mossi dalla speranza di poter costruire un futuro migliore al di là del mare.
Eppure ancora oggi le condizioni di viaggio non sembrano migliori di allora, costi troppo alti e trasporti insufficienti, nonostante tanti sforzi infatti non siamo riusciti a vincere questa battaglia per garantire che i sardi abbiano gli stessi diritti e le stesse pari opportunità del resto d’Italia e d’Europa.
Da tale assunto, semplice quanto fondante, è partita la campagna culturale, sociale e politica per l’inserimento del principio di insularità nella nostra Costituzione.
Abbiamo pensato, costituendo un comitato dedicato a questa iniziativa, che l’unica soluzione sia affrontare il problema alla radice, reintroducendo proprio il principio di insularità in Costituzione, colpevolmente eliminato nel 2001. Solo così lo Stato sarà obbligato a compensare con puntuali misure legislative, amministrative e finanziarie gli svantaggi e le condizioni di disequilibrio logistico della Sardegna.”

Continuità territoriale, un diritto da garantire

“La Sardegna è un’isola ma solo i sardi sanno cosa questo significhi veramente. L’affermazione sembra banale ma risulta quasi impossibile spiegarlo ai burocrati che decidono che ogni sovvenzione messa in campo per far arrivare i voli aerei nell’isola equivalga a un aiuto di stato.
Fino a oggi l’insularità ovvero la condizione di distacco, di isolamento dalla penisola, per essere estremamente chiari non è stata riconosciuta in nessun modo.

Le scrivo perché conosco quanto lei le difficoltà e i costi che bisogna affrontare per andare e venire dalla Sardegna; è una condizione che ho vissuto sin da piccolo: ho ben in mente le tante ore in macchina per arrivare al porto, il caldo, le attese, le code per potersi imbarcare e infine la lunga traversata.”

“Per noi quindi sarà essenziale non solo la sua sottoscrizione, ma anche la sua adesione alla rete di “amici della Sardegna” per poter informare puntualmente, attraverso il passaparola, anche coloro che non riusciremo a raggiungere direttamente.
Sarà sufficiente una telefonata a un amico o a un parente per illustrare ciò che costruiremo insieme e per ritrovarci uniti nel raggiungere un risultato giusto e utile per noi e per la Sardegna!”

Conto sul suo aiuto.
Grazie per quanto vorrà fare!
Stefano Maullu



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